PAOLO BORROMETI – LASPIA.IT

Motivazione: La motivazione di questo premio è stata scritta da tre mafiosi. “Dobbiamo colpire a quello. Bum, a terra. Ogni tanto un murticeddu vedi che serve… per dare una calmata a tutti.” “Ti rompo il c…, non toccare la mia persona e la mia immagine soprattutto.” “Gran pezzo di m…, carabiniere, appena vedo di nuovo la mia faccia o quella di mio fratello, in un articolo tuo ti vengo a cercare fino a casa e ti m…” Ciascuna di queste minacce è un riconoscimento del valore di chi le ha ricevute. PAOLO BORROMETI.

Paolo Borrometi, nato a Ragusa nel 1983, è direttore della testata giornalistica di inchiesta laspia.it, collaboratore di AGI, editorialista de Il Tempo, di Libera Informazione e presidente di Articolo 21. Inizia l’attività giornalistica nel 2010, collaborando con il Giornale di Sicilia. Nel corso degli anni ha realizzato numerose inchieste denunciando le infiltrazioni mafiose in Sicilia. Una di queste, pubblicata su laspia.it, ha contribuito allo scioglimento del Comune di Scicli. Altre sue inchieste hanno riguardato: il commissariamento per mafia di Italgas, il Mercato ortofrutticolo di Vittoria (il più grande del Sud Italia), i trasporti su gomma gestiti dai Casalesi ai Mercati Ortofrutticoli, la presenza mafiosa nel sudest siciliano di Cosa Nostra, le “vie della droga dal Porto di Gioia Tauro fino alla provincia di Ragusa”. Il 16 aprile del 2014 è stato aggredito subendo una grave menomazione alla mobilità della spalla. Vive sotto scorta dal 2014. Nel 2015 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con un motu proprio, ha conferito a Borrometi l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Il 29 aprile 2018, Papa Francesco ha ricevuto in udienza privata il giornalista, manifestandogli la sua solidarietà. Una delle sue indagini è stata ripresa da Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa lo scorso ottobre da una bomba messa sulla sua auto.

LORENZO CREMONESI – CORRIERE DELLA SERA

Motivazione: Quando i tagliagole dell’Isis arrivarono a Mosul lui era lì, quando finalmente furono spazzati via lui era lì. Ed era lì a Sirte quando linciarono Gheddafi. Era lì a Gaza, primo reporter straniero a entrare, quando fu attaccata dagli israeliani. E insomma non c’è stato fronte di guerra in cui Lorenzo Cremonesi non fosse lì, in prima linea. A fare il suo lavoro. A farlo bene. Benissimo. Dal Libano all’Afghanistan, dalla Libia all’Iraq. L’hanno rapito, gli hanno sparato, gli hanno distrutto auto a mitragliate, l’hanno sfiorato con un razzo che uccise due persone sotto la sua stanza d’hotel…. Altri preferirebbero una scrivania. Lui, ogni volta, parte e va.

Lorenzo Cremonesi, classe 1957, dal 1982 si occupa in particolare di Medio Oriente. Dal 1984 al 2000 ha scritto da Gerusalemme per il Corriere della Sera, prima come collaboratore, poi come corrispondente. Da inviato ha seguito poi altre aree di crisi, tra cui lo scenario afghano, e per quasi tre anni è stato in Iraq. Autore di saggi sui rapporti tra Israele e Santa Sede, ha pubblicato Le Origini del sionismo e la nascita del kibbutz (1881-1920) (La giuntina 1985). Bagdad Cafè. Interni di una guerra (Feltrinelli 2003) e Dai nostri inviati. Inchieste, guerre ed esplorazioni nelle pagine del Corriere della Sera (Fondazione Corriere della Sera – Rizzoli 2008).

RICCARDO VENTURI E LORENZO COLANTONI –  ITALIANI D’EUROPA

Motivazione: Per il progetto Italiani d’Europa. Celebre photoreporter, Venturi con il giornalista Colantoni, ha ideato il progetto multimediale – web documentary, libri fotografici, reportage sul National Geographic – che ha come obiettivo narrare storie individuali delle comunità di italiani emigrati in Europa. Integrazione, interscambio di culture.  Le prime due tappe e Italiani in Belgio sono una testimonianza preziosa e di alto valore morale in un’Europa dal futuro incerto.

Riccardo Venturi inizia la sua carriera di fotoreporter nel 1988 seguendo eventi di carattere nazionale ed internazionale. Ha documentato per anni le guerre che hanno scosso Europa, Africa e Medio Oriente, i drammi umani causa o conseguenza di tali guerre, seguendo i successivi momenti di transizione politica postbellica, dal Kosovo all’Afghanistan fino alla crisi del Ruanda e facendo conoscere le conseguenze di disastri naturali come il terremoto in Iran del 2003, lo tsunami che ha colpito il Sud-Est asiatico nel 2004 e l’ecatombe di Haiti nel 2010. Vanta pubblicazioni con le più note testate giornalistiche italiane e internazionali, tra cui il Corriere della Sera, l’Espresso, National Geographic, Der Spiegel, El Pais e Newsweek. Collabora inoltre con alcune delle maggiori istituzioni internazionali, quali l’Unicef, lo UNHCR, il WHO, la Direzione Generale ECHO della Commissione Europea, Save the Children, il Ministero di Giustizia italiano e molti altri. Riccardo Venturi è un fotografo dell’agenzia Contrasto dal 2001. Ha pubblicato sette libri fotografici e ha ottenuto dieci tra i premi fotogiornalistici internazionali più importanti, tra cui due World Press Photo Award (1997 e 2011) e il Sony World Photography Award (2011).  Insieme a Ilaria Prili ha fondato, nel dicembre 2013, l’Associazione Socio-Culturale Akronos nella quale è entrato a far parte anche Lorenzo Colantoni.

Lorenzo Colantoni è nato nel 1988. Giornalista e videomaker, specializzato in ambiente, energia e tematiche legate alla politica e alla società europea. Collaboratore di magazine come l’Espresso e Limes. È autore di Italians and the UK, libro e web documentary sugli italiani nel Regno Unito, ed ha al suo attivo interviste con personaggi della politica britannica come il ministro per l’energia scozzese Fergus Ewing o il giornalista Andrew Marr, con il Vice Presidente della Commissione Europea Maroš Šefčovič, il Vice Chair del Working Group 3 dell’IPCC Carlo Carraro e molti altri. Subito dopo il referendum scozzese, Colantoni inizia a collaborare con Riccardo Venturi, entrando a far parte dell’associazione Akronos, da poco fondata da lui con la collega Ilaria Prili. Focalizzato in particolare sui temi dell’energia, dell’ambiente e della lotta al cambiamento climatico, è anche ricercatore per l’Istituto Affari Internazionali (IAI) di Roma, con precedenti esperienze al CEPS di Bruxelles e alla Direzione Generale DEVCO della Commissione Europea. I suoi video sono stati esposti nel 2017 al MAXXI di Roma in occasione della mostra Next Africa.

 

TONIA MASTROBUONI –  LA REPUBBLICA

Motivazione: A cavallo di due Paesi, due culture e due lingue madri, Tonia Mastrobuoni è un prezioso esempio di corrispondente calata in profondità nella “sua” Germania. La sua formazione economica le ha consentito di seguire con precisione – e talvolta anticipare – le mosse dalla Banca centrale europea e di seguire con attenzione il dibattito non solo italo-tedesco, sulle sorti dell’euro e dell’Unione europea. Dalle nuove tribù neonaziste al destino delle aree minerarie della Ruhr, Mastrobuoni è sempre ben informata, ha sempre una posizione netta che è giudizio ragionato e non pregiudizio.

Tonia Mastrobuoni è corrispondente de La Repubblica in Germania. In passato è stata inviata de La Stampa, ha lavorato come giornalista economica per il quotidiano Il Riformista, per le agenzie di stampa Reuters e TmNews e per la radio pubblica tedesca Wdr. Dal 2009 si occupa dei libri del Festival dell’Economia di Trento. Nel 2015 ha vinto il premio Falcomatà.

 

FILIPPO ROMA E MARCO OCCHIPINTI – LE IENE ITALIA 1

Motivazione: Una squadra di talento a Le Iene. Hanno realizzato lo scoop I Superfurbetti a 5 stelle, scoprendo e denunciando la mancata restituzione dello stipendio da parte di alcuni parlamentari del Movimento. Esempio di informazione corretta e attenta verso i nuovi assetti di potere.

Filippo Roma è nato a Roma 48 anni fa. Sceneggiatore televisivo, cinematografico e autore. Inviato del programma di Italia 1 Le Iene da quattordici stagioni. In passato ha ricoperto il ruolo di direttore marketing di Radio Capital. Autore del libro Diario di una Iena (Editore EIR, 2014): “una sorta di diario intimo su dieci anni di vita da inviato delle Iene, corredato da aneddoti e retroscena vari relativi al programma”.                             

Marco Occhipinti è nato a Londra, cresciuto a Palermo, studia Giurisprudenza a Siena, dove realizza, contro ogni pronostico, che vuole provare a fare il giornalista. Prima Caporedattore di Studenti.it, poi collabora con La Stampa, Radio Capital, Repubblica e varie testate del Gruppo Espresso. Inviato a Matrix di Enrico Mentana l’anno della fondazione, per il momento (ormai da dodici anni) autore e regista alle Iene. La verità non è mai un punto di partenza, ma un punto di arrivo.

 

RAPHAËL ZANOTTI – LA STAMPA

Motivazione: Nell’era delle mille informazioni e di una realtà sempre più complessa, come responsabile della rubrica Data Journalism e dello sviluppo in collaborazione con istituti di ricerca di tecniche e strumenti innovativi, Zanotti ha dimostrato di sapersi ben misurare con un nuovo modello di professione giornalistica per le nuove generazioni.

Giornalista a La Stampa dal settembre 2007, si è occupato per 15 anni di cronaca nera e giudiziaria per poi specializzarsi in Osint e Social Media Intelligence, Data Journalism e Visual Journalism. Per La Stampa cura la rubrica settimanale Data Journalism ed è l’ideatore e il curatore della piattaforma di giornalismo partecipato L’Occhio dei Lettori e della rubrica on line Data Mirror. Non ha perso il suo gusto per l’inchiesta vecchio stile.

 

PREMIO FONDAZIONE BIRRA MORETTI PER LA DIFFUSIONE DELLA CULTURA ALIMENTARE – 10ˆ EDIZIONE

ARRIGO CIPRIANI

Motivazione: «Non ho mai visto le cascate sull’Iguassù ma posso assicurare che anche vedere Veronelli assaggiare un vino è uno spettacolo mondiale». Basterebbe questo incipit per dimostrare quanto Arrigo Cipriani, l’anima del mitico Harry’s Bar, sia anche un giornalista coi fiocchi. Autore di irresistibili corsivi sull’ombelico, i vaporetti («Avanti adagio, quasi indietro»), Napoli capitale d’Italia perché Roma «lo è solo dei romani», è fiero del Bellini ma confida d’avere un debito con la birra. Mandato diciottenne in Inghilterra ricorda: «Mi incontravo al pub con una ragazza che si era messa in testa di introdurmi alla lingua locale. Era bella. E le piaceva la birra. Così lì, assieme, ci dedicammo all’apprendimento, immersi nel caldo sapore di questa stupenda bibita…»

Arrigo Cipriani, classe 1932, è un imprenditore globale, scrittore e giornalista. Patron dell’Harry’s Bar di Venezia (fondato dal padre Giuseppe nel 1931 e dichiarato nel 2001 patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni Culturali) e ambasciatore dell’accoglienza Italian Style nel mondo, con oltre 20 attività aperte in sessant’anni a Venezia, NY, Londra, Miami, Hong Kong, Ibiza, Montecarlo, Abu Dhabi, Dubai, Riyadh, Città del Messico e Los Angeles. Autore di diversi libri, tra cui: Eloisa e il Bellini (Longanesi, 1986), Il mio Harry’s Bar (Sperling & Kupfer, 1991), Anch’io ti amo (Baldini Castoldi Dalai, 1996), La leggenda dell’Harry’s Bar (Sperling & Kupfer, 1997), L’Elogio dell’accoglienza (Aliberti, 2017). Con Feltrinelli ha pubblicato Prigioniero di una stanza a Venezia (2009), Non vorrei far male a nessuno (2011) e Stupdt o l’arte di rialzarsi da terra senza l’aiuto dei barellieri (2014). Ha collaborato come giornalista pubblicista con il Corriere della Sera, Il Gazzettino, La Nuova Venezia e alcuni periodici e condotto lezioni e conferenze in giro per il mondo. Arrigo Cipriani dice di sé: «Sono l’unico uomo al mondo che si chiama come un bar, non viceversa».